2020 Feb 07 – Nel 2011, Kate Jeffery e il suo gruppo di ricerca (University College London, UK) pubblicarono per la prima volta uno studio sull’attività delle cellule di posizione dell’ippocampo di ratto riferita allo spazio tridimensionale, cui hanno fatto seguito due articoli principali rispettivamente sui ratti e sui pipistrelli. Lo stesso gruppo ha appena pubblicato un nuovo studio nel ratto volto a definire le caratteristiche dei campi di posizione 3D. È stato impiantato un microdrive Axona per registrare senza fili l’attività delle cellule di posizione durante l’esplorazione di tre diversi apparati (un reticolo cubico allineato alla direzione della gravità oppure obliquo, e un’arena più schiacciata). I campi di posizione sono risultati paralleli ai tre assi degli apparati, oltre che significativamente meno accurati e stabili quando gli animali erano impegnati in spostamenti verticali, più difficili e lenti, e meno usuali (minore informazione lungo l’asse Z del cubo allineato). Inoltre, i campi si sono presentati significativamente più allungati di quanto atteso in base al caso.
Lo studio suggerisce che la rappresentazione cognitiva dello spazio tridimensionale nel ratto comporta una relazione fondamentale tra le caratteristiche strutturali dell’ambiente esplorato, la gravità, il movimento e la memoria. Tale rappresentazione, quindi, può combinarsi all’interno di un sistema di informazioni di dimensione superiore a tre.